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Quando lo specchio diventa un nemico - Il Disturbo da Dismorfismo Corporeo (BDD)

  • Immagine del redattore: Gabriella De Stefano
    Gabriella De Stefano
  • 31 mar 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Tutti conosciamo almeno una persona particolarmente sensibile riguardo al proprio aspetto fisico, ma non tutti sanno che questa particolare sensibilità potrebbe essere ben più profonda e dolorosa di quello che traspare dall'esterno. Secondo la definizione del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM 5), il disturbo da Dismorfismo Corporeo (BDD) - o Dismorfofobia - può essere diagnosticato in presenza di questi sintomi:

  • Preoccupazione nei confronti di uno o più difetti fisici non oggettivamente rilevabili da parte di altre persone

  • Adozione di comportamenti ripetitivi o rituali (guardarsi allo specchio, toccare la parte difettosa, ricercare rassicurazione ecc.) o atteggiamenti mentali (pensieri ossessivi, costante confronto con gli altri, convinzione di essere osservato e giudicato ecc.) in risposta alla preoccupazione per il difetto fisico

  • Forte stress, ansia e calo del tono dell'umore causati dalla persistente preoccupazione per il difetto fisico

  • Difetto fisico oggetto della preoccupazione diverso dal peso corporeo/massa grassa (in questo caso, è probabile la presenza di un disturbo del comportamento alimentare)

  • La consapevolezza che il difetto lamentato sia in realtà minimo o inesistente può essere nulla, parziale o elevata, ma ciò non incide sul grado di penetrazione dei pensieri/comportamenti ossessivi nella vita quotidiana.

In Italia sono pochissimi i manuali che ne parlano, ma l'incidenza del disturbo è piuttosto alta nella popolazione: da diversi studi emerge una prevalenza che va dallo 0.7% al 2.4% della popolazione, quindi sarebbe più diffuso di schizofrenia ed anoressia nervosa.

Tuttavia la diagnosi può essere complicata, dato che molti sintomi sono sovrapponibili a quelli di altre patologie; la diagnosi differenziale va fatta con il disturbo ossessivo compulsivo, con la depressione, con la fobia sociale ed il disturbo evitante di personalità, ma la più complessa discriminazione è quella da compiere tra dismorfofobia e disturbi del comportamento alimentare (DCA). In entrambi i disturbi l'immagine corporea risulta alterata, ma nei DCA la percezione di inadeguatezza del corpo è modificabile attraverso la stretta attenzione posta sulla dieta, mentre nel dismorfofobico ci sarà sempre un difetto corporeo che apparirà insormontabile, non correggibile dall'esterno.

Il BBD si presenta spesso in contemporanea con altri disturbi: la comorbilità con il disturbo depressivo maggiore è del 75%; seguono i disturbi da uso di sostanze (dal 30% al 48,9%), il disturbo ossessivo compulsivo (dal 32% al 33%), la fobia sociale (dal 37% al 39%) i DCA e diversi disturbi di personalità.

Cosa fare se si è dismorfofobici o se abbiamo un amico o un parente che potrebbe rientrare nella descrizione appena fatta?

C'è da dire che, come indicato nei criteri diagnostici del DSM 5, alcune persone sanno che la loro ossessione per i difetti fisici che hanno (o che ritengono di avere) è eccessiva. Altre invece sono parzialmente o totalmente inconsapevoli della non oggettività con cui si vedono. Entrambi i gruppi non riescono ad evitare le forti emozioni che provano pensando alle parti del corpo che reputano sgradevoli: guardandosi allo specchio spesso ci dicono di vedersi "deformi", anche se tutti li considerano ragazzi o ragazze bellissimi. Il vissuto emotivo legato a questa percezione è di vergogna, imbarazzo, disperazione, ansia, rabbia, tristezza e distacco affettivo, fino ad arrivare a sentimenti di depersonalizzazione: il sentirsi estranei nel proprio corpo.

Il disturbo può arrivare ad interferire gravemente con la normale vita del paziente, che passa ore a prepararsi per coprire il difetto, o nei casi più gravi può decidere di non uscire più di casa, sviluppando una fobia sociale. Ancora, potrebbe evitare alcune situazioni che causano particolare imbarazzo (ad esempio andare al mare o in piscina in presenza di estranei). Prima di giudicare una persona che ci sembra troppo attenta al suo aspetto fisico, quindi, dovremmo cercare di capire i motivi: lo fa per vanità, o perchè si sente molto a disagio nel suo corpo?

La terapia più efficace per il disturbo da dismorfismo corporeo è quella cognitivo - comportamentale. Lo psicoterapeuta dovrà lavorare su molte variabili, tra cui l'autoriflessività del paziente, le modalità con cui questo percepisce il proprio corpo che sono spesso disfunzionali e non aderenti alla realtà (cade nei cosiddetti attentional bias); si cercherà di modificare le credenze patogene della persona e di dare un aiuto nella regolazione emotiva, fino ad arrivare ad un tema che è centrale: l'accettazione del difetto e l'incremento dell'autostima.

Tutti questi obiettivi saranno perseguiti tramite una serie di tecniche in cui il paziente è agente attivo e collabora con il terapeuta: di conseguenza saranno fondamentali la sua motivazione ed il suo impegno.

Una menzione a parte merita il trattamento della dismorfofobia tramite EMDR - Eye Movement Desensitization and Reprocessing, tecnica sviluppata inizialmente per aiutare i militari che soffrivano di disturbo post - traumatico da stress, di cui parlerò più approfonditamente in un articolo apposito ma che si è scoperto avere un grande potenziale anche per la cura di disturbi psicologici come il DOC, i disturbi dell'umore, i disturbi d'ansia e, appunto, la dismorfofobia.

Fonti:

American Psychiatric Association, DSM-5 (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Milano: Raffaello Cortina.

Lorenzini R., Scarinci A., (2015). Disturbo da dismorfismo corporeo - Assessment, diagnosi e trattamento. Trento: Erickson

Marilyn Luber (a cura di). Trattamento dei disturbi d'ansia, del disturbo ossessivo - compulsivo e dei disturbi dell'umore - I protocolli terapeutici dell'EMDR. Frascati: Giovanni Fiorini Editore

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