top of page

"Ho l'ansia, è normale?"

  • Immagine del redattore: Gabriella De Stefano
    Gabriella De Stefano
  • 11 mar 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una discussione tra studenti universitari in cui uno di questi descriveva alcuni suoi sintomi e chiedeva agli altri se potessero essere dovuti all’ansia e se fossero normali. Questo ragazzo racconta di essere costantemente preoccupato per la buona riuscita dei suoi esami e descrive alcuni sintomi fisici tra cui tachicardia e sensazione di nausea, da lui definiti “invalidanti”. Sono rimasta molto stupita dal leggere le risposte dei suoi colleghi, i quali affermavano che è tutto normale e che non doveva preoccuparsi. Oggi parleremo, quindi, dell’ansia e dei suoi disturbi, sperando che qualche studente (e non solo) possa trovare utile l’articolo, perché se è vero che l’ansia è una reazione assolutamente normale ad alcuni eventi, è anche vero che un’ansia troppo forte può diventare patologica. Quando? Quando interferisce con la nostra vita, quando non ci permette di raggiungere i nostri scopi, quando ci blocca in qualche ambito. Tornando all'esempio del ragazzo di cui sopra, lui stesso definisce i suoi sintomi “invalidanti” e questo aggettivo è esattamente quello di cui dobbiamo tenere conto quando valutiamo la gravità dell’ansia che proviamo.


Cos'è l’ansia?

L’ansia è un’emozione di base normalmente provata dall'uomo, caratterizzata da preoccupazione, sensazione di nervosismo ed apprensione verso un evento futuro dei cui esiti siamo incerti. Tutti gli esseri umani provano ansia per qualcosa, anche ogni giorno. L’ansia ci aiuta! Sì, perché immaginiamo per un attimo uno studente che non abbia la minima preoccupazione per l’esame che dovrà sostenere a breve: sarebbe in grado di trovare la giusta motivazione per studiare adeguatamente? Probabilmente no. Se vivessimo senza mai preoccuparci di nulla, molto probabilmente non avremmo mai dei grandi risultati in niente e saremmo molto poco produttivi. Una certa dose di ansia, quindi, è utile per mantenere alta la nostra attenzione verso il futuro e permetterci di concentrarci per evitare che le cose vadano male.

Allora hanno ragione gli studenti che dicono che l’ansia è normale? Sì…e no! Non hanno ragione quando dicono al ragazzo dell’esempio che è tutto normale, perché un’ansia nella norma non deve essere “invalidante”. Invalidante significa che, per durata ed intensità, può interferire con le normali attività di una persona. Un’ansia così forte, nel caso degli studenti universitari, può essere controproducente perché ci blocca in una situazione di tale angoscia da non riuscire – spesso – neanche a presentarsi all'esame.

Vediamo quali sono le principali manifestazioni fisiche e fisiologiche dell’ansia:

  • tensione

  • tremore

  • sudore

  • palpitazione

  • aumento della frequenza cardiaca

  • vertigini

  • nausea

  • formicolii

  • derealizzazione (sensazione di irrealtà) e depersonalizzazione (sensazione di sentirsi distaccati da se stessi).


Da un punto di vista cognitivo invece, i sintomi principali sono:

  • un senso di vuoto mentale

  • un senso crescente di allarme e di pericolo

  • l’induzione di immagini, ricordi e pensieri negativi

  • la messa in atto di comportamenti protettivi cognitivi


I Disturbi d’Ansia, così come classificati dal DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) sono:

  • Fobia specifica (aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti, ecc.)

  • Disturbo di Panico e Agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga)

  • Fobia sociale

  • Disturbo d’Ansia generalizzata

  • Disturbo d’Ansia indotto da farmaci/sostanze

  • Altri Disturbi d’Ansia e disturbi d’ansia non specifici


Quando la nostra ansia diventa incontrollabile, sfociando in uno dei disturbi sopra elencati, può essere necessario richiedere l’aiuto di un professionista per ridurre i sintomi e tornare a vivere.


La psicoterapia per i disturbi d’ansia è indubbiamente il trattamento efficace e risolutivo, anche se spesso si tende a cedere ad ansiolitici e farmaci vari che pur attenuando i sintomi, purtroppo, non vanno a lavorare sul motivo per il quale i sintomi sono insorti. Per cui, per alcuni pazienti può essere utile ricorrere anche al farmaco, ma la terapia psicologica rimane l’unica via per risolvere il problema alla base. Non tralasciamo, inoltre, il fatto che gli ansiolitici (spesso sono benzodiazepine) possono dare, se assunti per troppo tempo, problemi di assuefazione e sintomi d’astinenza, che peggiorano la situazione. Talvolta vengono prescritti antidepressivi di ultima generazione, che si dimostrano molto utili, ma che una volta sospesi non impediscono la ricaduta nel disturbo, quindi possiamo dire che sono anch'essi dei semplici palliativi.


La terapia cognitivo-comportamentale ha evidenziato tassi di riuscita altissimi (in base agli studi statistici effettuati in tutto il mondo su migliaia di pazienti) ed è riconosciuta nella comunità scientifica come la prima scelta nella cura dei disturbi d’ansia. Voglio ricordare a chi legge che nelle ASL è possibile richiedere un trattamento di psicoterapia; anche se non tutte le ASL erogano tale servizio per casi di disturbi d’ansia, che sono ritenuti meno invalidanti rispetto ad altri disturbi psichici, vale la pena tentare qualora non si disponga della possibilità economica necessaria per rivolgersi ad un professionista privato.


E per prevenire stati d’ansia patologici possiamo fare qualcosa? Sì, è possibile ricorrere a tecniche di rilassamento, meditazione, o training attentivi per allenare la nostra attenzione a spostarsi da contenuti ansiogeni verso altri. Ma la tecnica migliore per raggiungere un ottimo risultato, se fatta bene, è la Mindfulness. Questa ci permette di imparare a restare ancorati al momento presente senza giudicarlo e senza giudicarci, evitando il rimuginio tipico dell’ansioso, che tende invece a spostare la nostra attenzione su eventuali problemi futuri.

 
 
 

Yorumlar


bottom of page